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EUROPA, ORSINI: PROSSIMA COMMISSIONE UE SIA PRO-INDUSTRIA. IMPRESE OTTIMISTE SE LE LASCIANO LAVORARE
"Europa uguale competitività, altrimenti non serve. Per essere competitivi dobbiamo avere la prossima Commissione europea che sia pro-industria, non come la precedente anti-industriale ideologicamente. Abbiamo bisogno che con la prossima rivoluzione industriale l'Europa sia protagonista, al momento non riusciamo a farlo". Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, lo ha sottolineato chiudendo l'assemblea di Farmindustria. Le imprese non sono contrarie alla transizione green ma serve "neutralità tecnologia: non possiamo prescindere dal fatto che vi sia quella"; e "lo stop al motore endotermico al 2035 è un autogol pazzesco" bisogna invece difendere "una filiera che ci invidia tutto il mondo"; e con la "decarbonizzazione che costa 1.100 miliardi" servono "fondi sovrani altrimenti non ci sarà la possibilità di fare le transizioni"; sul nucleare di prossima generazione "cominciamo a dire che facciamo la sperimentazione in Italia". E sul Pnrr: "Non possiamo perdere questa occasione, è una grandissima opportunità". Sull'andamento dei salari in Italia Orsini ha detto "non si può fare la media del pollo", tra il settore privato che ha visto aumenti "del 18%" e la pubblica amministrazione "al 3%". Ma, anche in rapporto alla produttività, il tema c'è, “si può fare meglio, si può dire che dobbiamo anche legare i salari alla produttività, e con le prossime contrattazioni sindacali non si potrà fare a meno del tema delle nuove tecnologie, perché ci sarà una rivoluzione industriale, e un tema molto serio": le nuove tecnologie cambiano "lo spazio fisico tempo-luogo di lavoro". Su prospettive in Italia e sullo scenario economico da parte degli industriali c'è ottimismo ma "se non ci fermano e ci lasciano lavorare", ha avvertito il presidente di Confindustria, ricordando uno dei punti del suo programma ribadisce: serve "certezza del diritto. Non lo abbiamo scritto a caso per programma 2024-2028: se noi abbiamo la certezza del diritto abbiamo il campo di gioco chiaro, dove ci fanno le righe e non ce le spostano, noi riusciamo a fare bene". E sull’industria farmaceutica ha evidenziato "è un fiore all'occhiello”, nonostante alcune criticità come “il nodo del payback che penalizza le imprese, penalizza la ricerca e lo sviluppo. Non è possibile che questo settore paghi i costi di scelte delle Regioni". Inoltre, ha ribadito Orsini, le imprese sperano che "velocissimamente" si arriverà al varo operativo degli incentivi Transizione 5.0. "Il ministero sta dicendo sette giorni, a questo punto in sette giorni avremo il decreto attuativo. Benissimo. E una misura che aiuterà tantissimo, sarà una norma che riuscirà veramente a contribuire. Impiegheremo un po' di giorni, alle imprese ora servono consulenze, progetti. E' logico che dobbiamo correre". Ed è necessario che "le prossime siano strutturali, che abbiano una vita almeno di cinque anni, perché per poter incrementare le produzioni abbiamo necessità di tempo. Un’ altra via che può aiutare sono "i contratti di sviluppo: abbiamo la necessità che sia ancora più veloce dare l'accesso ai progetti, può essere un grande aiuto all'incremento della produttività che per noi è fondamentale".
CONFINDUSTRIA IN AUDIZIONE SUL DL MATERIE PRIME: GIUDIZIO POSITIVO MA VELOCIZZARE ITER AUTORIZZATIVI
"Il giudizio complessivo sul provvedimento è positivo, ma è necessario rafforzarne alcune misure in esso contenute per velocizzare gli iter autorizzativi e rafforzare le performance di economia circolare nel nostro Paese". Così Confindustria sul Dl materie prime critiche nel corso dell'audizione convocata dalla commissione Attività produttive della Camera. Viene suggerito, in particolare, per quanto riguarda i procedimenti relativi alle attività di estrazione e di riciclo, di "cogliere l'occasione per prevedere una specifica procedura unitaria funzionale al rilascio contestuale di tutti i titoli abilitativi necessari", anche al fine di poter rispettare i termini richiesti dall'Ue. Confindustria considera, inoltre, opportuno indicare il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica quale autorità chiamata a rilasciare "un'autorizzazione unica comprensiva di tutti i titoli abilitativi richiesti per la realizzazione del progetto di estrazione o di riciclo", mentre andrebbero spostate le "competenze in materia di Via in capo allo Stato in tutti i casi di attribuzione della strategicità da parte della Commissione Ue". Confindustria considera, quindi, "fondamentale" che per tutte le tipologie di procedimenti (estrazione, riciclo e trasformazione) sia garantita l'accessibilità online delle informazioni amministrative, come previsto peraltro Regolamento Ue, "in modo da facilitare gli operatori nella predisposizione della documentazione da allegare alle istanze di autorizzazione dei progetti". Viene poi sollecitata una normativa che supporti la capacità, in tema di materie prime critiche, del recupero e riciclo ad alto tasso tecnologico.
Questo, è stato evidenziato, "potrebbe limitare alcune delle problematiche che la filiera delle tecnologie rinnovabili deve affrontare e ridurrebbe la dipendenza dai mercati esteri per le materie prime riciclabili, aspetto rilevante in particolare per alcuni prodotti di base critici, quali il litio, il cobalto e il manganese per le batterie, le terre rare per la produzione dei semiconduttori". A tal fine è stata indicata l'opportunità di prevedere nel decreto legge, anche attraverso un rinvio alla decretazione attuativa, misure quali: quote obbligatorie di materie prime seconde nella produzione di tecnologie rinnovabili utilizzate nel nostro Paese; l'obbligo di riciclo nella gestione del fine vita delle tecnologie rinnovabili con particolare attenzione alla circolarità delle componenti (ad es. pale eoliche, celle fotovoltaiche); la tracciabilità delle componenti utilizzate e del contenuto di riciclato (labelling). E' stata infine richiesta l'istituzione di un Tavolo permanente al Ministero degli Esteri, che ha il compito di monitorare gli scambi di rottami ferrosi e altre materie prime critiche, promuovendo anche azioni di salvaguardia che siano compatibili con le normative europee e internazionali.
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