La Banca d’Italia ha pubblicato e presentato il 13 giugno il Rapporto annuale sull’economia dell’Abruzzo.
In Abruzzo, secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), il prodotto sarebbe cresciuto nel 2023 dello 0,9 per cento, un risultato in linea con la dinamica nazionale e lievemente migliore del Mezzogiorno. L'attività produttiva ha mostrato un rallentamento a partire dal secondo trimestre dell'anno, risentendo della debolezza della domanda interna, di condizioni di finanziamento più restrittive e della riduzione dei redditi reali delle famiglie dovuta all'inflazione.
Le imprese
Nell'Indagine sulle imprese industriali e dei servizi (Invind), sarebbero emerse indicazioni di sostanziale stagnazione dei livelli di attività del comparto manifatturiero, con prospettive di ripresa per l'anno in corso, pur nel quadro di elevata incertezza provocata dalle tensioni geopolitiche internazionali.
Le esportazioni sono tornate a crescere in modo significativo grazie alla marcata ripresa delle vendite di mezzi di trasporto, penalizzate nel biennio precedente dai ritardi di approvvigionamento nelle catene di fornitura; è inoltre proseguita la fase di forte espansione dell'export di prodotti farmaceutici. Più della metà delle esportazioni dell'Abruzzo fa capo alle multinazionali presenti in regione, che si caratterizzano anche per una più elevata produttività rispetto alle altre imprese e per una diffusa partecipazione ai processi di innovazione.
La maggior parte delle imprese abruzzesi intervistate nell'indagine Invind ha rispettato i programmi di investimento formulati per il 2023, che prefiguravano una sostanziale stabilità della spesa rispetto all'anno precedente; per il 2024 le previsioni delle imprese indicherebbero un indebolimento del processo di accumulazione del capitale fisico.
Nelle costruzioni è proseguito l'effetto espansivo degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche se in attenuazione rispetto al biennio precedente. Secondo le indicazioni dell'indagine della Banca d'Italia presso un campione di imprese regionali del settore, i livelli di attività avrebbero beneficiato anche della realizzazione degli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Sono al contempo proseguite le opere di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici.
In un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei costi di finanziamento, si è registrata una marcata contrazione delle compravendite immobiliari dopo l'espansione rilevata nel biennio precedente.
Nel terziario i livelli di attività sono lievemente cresciuti. I consumi delle famiglie hanno fortemente rallentato, continuando a risentire della riduzione del potere di acquisto per effetto dell'inflazione, sebbene in misura inferiore rispetto al 2022.
Nel comparto dei beni durevoli sono tornate ad aumentare le vendite di nuove auto. Alla crescita delle presenze turistiche in regione, significativamente più contenuta rispetto all'anno precedente, ha contribuito soprattutto la componente nazionale.
Dall'indagine Invind è risultato un diffuso utilizzo degli incentivi agli investimenti a sostegno della transizione energetica e tecnologica. Ulteriori agevolazioni sono previste dal PNRR per gli investimenti delle piccole imprese ai fini del rilancio economico e sociale delle aree terremotate.
Nel 2023 i risultati economici sono rimasti positivi per larga parte delle aziende abruzzesi contattate, nonostante il rallentamento congiunturale e l'aumento dell'onerosità del debito bancario, più marcato per le imprese manifatturiere e per quelle medie e grandi, caratterizzate da un maggiore ricorso ai finanziamenti a tasso variabile. La liquidità permane sui livelli storicamente elevati raggiunti dopo la pandemia.
I prestiti alle imprese della regione sono diminuiti, in particolare quelli alle aziende più piccole, per effetto sia di politiche di offerta più caute da parte degli intermediari, sia della debolezza della domanda di finanziamenti che ha riflesso l'incremento del costo del credito e il calo delle richieste per investimenti e ristrutturazioni del debito. Sulla riduzione dei prestiti hanno inciso soprattutto i rimborsi da parte di imprese già indebitate, avvenuti anche anticipatamente rispetto alla scadenza, mentre la concessione di nuovi finanziamenti è stata nel complesso in linea con gli andamenti passati.
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