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Congiuntura Flash - Il petrolio è meno caro e si attenua l'incertezza globale, ma pesano dazi e dollaro svalutato

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Evidente l’impatto dei dazi. La recente tregua tra Israele e Palestina attenua l’incertezza e il rientro del prezzo del petrolio abbassa i costi. In Italia c’è qualche segnale positivo per gli investimenti, ma nel 3° trimestre l’industria è ancora in difficoltà e i servizi continuano a crescere poco. Dazi USA e dollaro svalutato continuano a erodere l’export, mentre il risparmio precauzionale frena i consumi.


Energia: ribasso del petrolio. Il prezzo del gas in Europa è stabile da tre mesi (32 euro/MWh in ottobre), ma resta ancora più del doppio del 2019 (14 euro). La quotazione del petrolio, invece, a ottobre continua a scendere (66 dollari al barile) ed è ormai in linea con il livello pre-pandemia (64 dollari).


BCE ferma. L’inflazione resta bassa nell’Eurozona (+2,2% a settembre), ma la BCE non sembra avere intenzione di tagliare i tassi ulteriormente (2,00% da giugno). La FED ha ripreso i tagli (4,25% a settembre) ed è attesa proseguire. Il dollaro per ora rimane svalutato sull’euro: 1,17 in media a ottobre, da 1,04 a gennaio (+12,7%), riflettendo le peggiori attese sull’economia USA legate ai dazi.


La manovra non alza il PIL. Il Governo conferma un deficit in calo a 2,8% nel 2026 e 2,6% nel 2027, quindi l’uscita dell’Italia dalla procedura per disavanzi eccessivi già il prossimo anno. La manovra per il 2026 di circa 18 miliardi sarà quasi a saldo zero e, secondo il Governo, non avrà impatto sul PIL. Gli interventi saranno focalizzati su: taglio aliquote Irpef, sanità, investimenti, politiche per la famiglia.


Investimenti in crescita. Dopo un ottimo 2° trimestre (+1,6%), gli indicatori confermano la fase positiva nel 3°. A settembre aumenta la fiducia dei produttori di beni strumentali, specie le attese su ordini e produzione. Si attenua invece la fiducia nelle costruzioni, per i giudizi negativi sugli ordini, anche se i piani di costruzione recuperano. Il minor costo del credito sostiene i prestiti (+1,2% annuo in agosto).


Consumi in miglioramento. Nel 2° trimestre il reddito reale totale delle famiglie è cresciuto (+0,3%), ma l’aumento del tasso di risparmio (al 9,5%), legato all’incertezza, ha frenato la spesa. Sembra meglio il 3°: l’occupazione registra una pausa in agosto, come le vendite al dettaglio, ma per entrambe la variazione acquisita trimestrale è positiva (+0,1% e +0,3%); a settembre la fiducia delle famiglie recupera in parte (96,8 da 96,2) e le vendite di autoveicoli tornano infine a crescere in termini annui (+0,4%).


Servizi deboli. Per il 3° trimestre gli indicatori sui servizi sono misti. Il turismo cresce, anche se poco (+3,5% annuo a luglio la spesa di stranieri). RTT (CSC-TeamSystem) stima un fatturato in calo in agosto, dopo l’aumento del mese precedente. A settembre, l’HCOB-PMI sale, indicando maggior espansione (52,5 da 51,5); la fiducia delle imprese recupera da due mesi, ma ancora ai livelli di giugno.


Industria: caduta e risalita? In agosto la produzione è scivolata in Italia (-2,4%), dopo il +0,4% di luglio, portando la variazione acquisita per il 3° trimestre a -1,4%; erano positivi i dati nella prima metà dell’anno (+0,3% a trimestre). RTT ha anticipato il saliscendi di luglio-agosto, in termini di fatturato, e l’indagine CSC suggerisce già a settembre un recupero. Che è avallato dalla fiducia delle imprese industriali stabilizzata, grazie a ordini meno negativi; meno dal PMI, di poco in area recessiva (49,0).


Export in difficoltà. Le prospettive per l’export di beni restano deboli, a causa dei dazi USA (si veda il Focus). Incerte le indicazioni dagli ordini esteri a settembre: in risalita i giudizi Istat, in calo quelli PMI.


Eurozona: soffre l’industria tedesca. Ad agosto la produzione industriale si è ridotta in tutta l’area, specie in Germania (-5,2%); nel 2° trimestre in Spagna e Francia era cresciuta, mentre in Germania già calava. A settembre, i PMI manifatturieri sono in contrazione, tranne che in Spagna. Per i servizi, invece, i PMI sono positivi anche in Germania, non in Francia. La fiducia migliora marginalmente nell’Eurozona.


USA: crescita frenata. Il PIL nel 2° trimestre è stato rivisto al rialzo (+0,9% da +0,8% preliminare): hanno contribuito positivamente i consumi (+0,4%), gli investimenti (+0,2%), le esportazioni nette (+1,2%, grazie al calo dell’import), parzialmente compensati dalla contrazione delle scorte (-0,9%). A settembre, la fiducia dei consumatori si è attenuata meno del previsto (55,0 da 55,1) nonostante la brusca frenata degli occupati nel 3° trimestre (+123mila, da +249mila in media nella prima metà dell’anno).


Cina: regge l’export. Le condizioni del manifatturiero in Cina sono migliorate nel 3° trimestre (PMI a 51,2 a settembre, da 50,5). La crescita è trainata dall’export (+8,3% annuo a settembre), nonostante la contrazione delle vendite verso gli USA (-27%). Precipitano le relazioni tra i due Paesi: la Cina impone vincoli più stringenti sull’export di terre rare, gli USA alzano le tariffe sull’import di un ulteriore 100%.


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