
Dopo un 2023 caratterizzato da andamenti altalenanti della produzione industriale, nel 2024 l’attività nel nostro Paese è risultata in grande sofferenza nel corso dell’intero anno con un peggioramento negli ultimi tre mesi.
Nell’ultimo trimestre del 2024, infatti, i volumi di produzione sono diminuiti, rispetto al precedente, dell’1,2%, mentre rispetto all’analogo periodo del 2023 la contrazione è stata pari a -2,2%.
Situazione più critica la si riscontra nel settore metalmeccanico dove il risultato congiunturale in tutti i trimestri dell’anno non solo è stato negativo, ma anche costantemente intorno al -2,0%; mentre nel confronto con l’anno precedente, dopo i cali tendenziali tra il 3% e il 4% osservati nei primi tre trimestri, nel quarto la contrazione è stata molto più marcata e pari al -5,6%.
Complessivamente nel 2024, i livelli di produzione metalmeccanica sono mediamente diminuiti del 4,2% rispetto all’anno precedente, risultato di gran lunga peggiore di quello registrato per l’intero comparto industriale (-2,5%).
Le dinamiche produttive sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico è un settore fortemente eterogeneo sia per l’inclusione di una vasta gamma di attività produttive, molto diversificate tra loro, sia per le differenti dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.
Nell’anno a condizionare l’attività produttiva metalmeccanica è stata, in particolar modo, l’evoluzione negativa della produzione di Autoveicoli e rimorchi con volumi trimestrali in significativa contrazione. Al peggioramento hanno altresì contribuito i comparti della Metallurgia, dei Prodotti in metallo e, in misura più contenuta, anche quello delle Macchine e apparecchi meccanici.
In uno scenario globale sempre più complesso, anche l’export del nostro Paese peggiora.
Le esportazioni metalmeccaniche, nel 2024, pari a circa 277 miliardi di euro, hanno chiuso l’anno con una diminuzione in valore del 3,8% rispetto all’anno precedente, risultato molto più marcato della flessione dell’export totale nazionale (-0,4%). Le importazioni sono mediamente diminuite del 2,9%; e l’avanzo commerciale è così risultato pari a 49,4 miliardi di euro.
Con riferimento alle aree di destinazione, nel 2024, le esportazioni dirette verso l’Unione Europea sono diminuite del 4,6% su base annua e il calo, pur avendo interessato tutti i nostri principali partner commerciali, è stato determinato in particolar modo dal crollo registrato sul mercato tedesco (-10,4% rispetto al 2023). Più contenuta è stata la contrazione dei flussi indirizzati verso i mercati esterni all’area (-2,9%) ma occorre evidenziare il forte calo osservato per il mercato statunitense (-11,4%).
Con riferimento ai risultati della presente indagine trimestrale, occorre sottolineare che la stessa si è conclusa a fine gennaio e pertanto gli esiti non considerano pienamente i recenti accadimenti internazionali quali, in particolar modo, le dichiarazioni dell’amministrazione statunitense sui dazi all’UE e le crescenti tensioni geopolitiche che potrebbero condizionare, in misura più o meno significativa, il sistema economico/finanziario globale.
Dai risultati della consueta indagine trimestrale emerge un’attenuazione dell’evoluzione negativa che ha caratterizzato la congiuntura settoriale per gran parte del 2024 e le prospettive a breve sono all’insegna di una sostanziale stabilità per la maggior parte delle imprese intervistate:
•Il 19% delle imprese intervistate ha dichiarato un aumento delle consistenze in essere del portafoglio ordini (in continua discesa dal 30% segnato nel primo trimestre), mentre sale al 50% la quota di quelle che, invece, hanno mantenuto inalterati il livello degli ordini (erano il 38% a fine settembre);
•Il 50% delle imprese intervistate pensa di mantenere stabile i propri volumi di produzione (il 26% prevede aumenti contro il 24% che, al contrario, prospetta diminuzioni)
•Rimane significativa e pari all’11%, la percentuale di imprese che valuta “cattiva o pessima” la situazione della liquidità aziendale;
•Il 70% delle imprese non pensa di modificare la propria forza lavoro (il 17% prevede aumenti a fronte del 14% che, invece, pronostica ridimensionamenti);
•Sono poco più di un terzo (31%) le imprese rispondenti che, rispetto al passato, pensano di aumentare le attività di investimento nei prossimi 6-12 mesi, mentre sono poco più della metà (51%) quelle non ne prevedono di nuove a fronte del 18% che, invece, dichiara di volerle ridurre.
Inoltre, i dati INPS mostrano un incremento del ricorso all’istituto della Cassa Integrazione Guadagni: +33,2% nel 2024 rispetto al 2023. Le ore autorizzate di CIGO sono aumentate del 68,4% mentre quelle di CIGS sono, invece, diminuite dell’8,1%.
FOCUS
Fatturato, Margine Operativo Lordo e Retribuzioni Contrattuali nel 2024
Il complesso scenario internazionale con le tensioni geopolitiche in atto in aree strategiche, soprattutto per quel che riguarda le catene di approvvigionamento, sta condizionando significativamente la produzione del settore metalmeccanico che è fortemente trasformatore oltre ad essere il principale utilizzatore di metalli industriali e che, comunque, si posiziona alla base della filiera.
Tutto questo, senza tralasciare il tema del caro energia e l’incremento del costo del lavoro, sta quindi rendendo sempre più difficile il contesto nel quale devono operare le nostre imprese metalmeccaniche, con pesanti ricadute sulla capacità di competere delle stesse.
Al fine di valutare l’andamento delle imprese è stata approfondita la dinamica di grandezze quali il fatturato e il MOL.
Il fatturato dell’industria metalmeccanica/meccatronica è risultato in sensibile calo nel 2024 come risulta dai dati di fonte ISTAT (-5,6% rispetto al 2023) ma anche dalla nostra indagine dove il 48 % delle imprese rispondenti ha registrato una contrazione.
Per quanto riguarda il MOL, sempre nel confronto con l’anno precedente, a fronte del 24% di imprese che lo hanno aumentato, è pari al 38% la quota sia di quelle nelle quali è rimasto stabile sia di quelle che hanno registrato diminuzioni. Una contrazione che si inserisce in un quadro già molto critico come emergeva in altre precedenti rilevazioni da cui risultava che il 33 % di imprese intervistate avevano un rapporto MOL/Fatturato sotto il 5%, il 36% un rapporto MOL/Fatturato tra il 5% e il 10% e il 31 % un rapporto MOL/Fatturato superiore al 10%.
A dicembre 2024, sulla base dei dati ISTAT, le retribuzioni contrattuali nella metalmeccanica/meccatronica sono cresciute del 6,5% rispetto al 5,4% registrato per l’Industria in senso stretto.
Relazioni commerciali con la GERMANIA: export 2024
L’avvio della crisi energetica, sul finire del 2021, impatta fortemente sull’attività manifatturiera nell’area dell’euro che hanno favorito una riduzione della produzione su livelli inferiori al periodo pre pandemico.
In particolar modo in Germania, la fiacchezza della domanda globale di beni, il rialzo dei costi dell’energia, la debolezza dell’industria chimica tedesca e la crisi del comparto dell’Automotive sono le principali concause delle difficoltà della manifattura nel Paese.
Gli shock originati nell’industria tedesca hanno influito in misura non trascurabile sulle imprese italiane e in particolar modo su quelle meccaniche/meccatroniche anche perché il mercato tedesco è il nostro principale partner commerciale raccogliendo circa il 13% dell’export totale che il settore indirizza in tutto il mondo.
In allegato trasmettiamo la sintesi della 173^ indagine congiunturale trimestrale sull’industria metalmeccanica italiana.
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