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Federmeccanica: la Congiuntura dell'Industria Metalmeccanica - Sintesi 176^ Indagine

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L’Economia italiana prosegue, anche nella seconda parte dell’anno, lungo un sentiero di crescita lenta, confermata, tra l’altro, dalla sostanziale stazionarietà del Pil nel terzo trimestre: +0,1%rispetto al precedente, come certificato dall’Istat.

 

Dal lato dell’Offerta, permangono difficoltà nell’industria ben espresse dalla debolezza dell’attività produttiva osservata in questi primi nove mesi del 2025: i moderati segnali di ripresa di inizio anno si sono successivamente ridimensionati e nel terzo trimestre i livelli di produzione sono tornati in territorio negativo, malgrado il rimbalzo osservato a settembre.

 

Tra luglio e settembre dell’anno in corso, la produzione nel suo complesso ha registrato una variazione negativa rispetto al trimestre precedente (- 0,5%) e una positiva nel confronto con l’analogo periodo del 2024 (+0,7%).

Sempre nello stesso periodo, l’attività produttiva metalmeccanica, in termini congiunturali si è mantenuta positiva (dal +1,1% del primo trimestre al +1,6% nel terzo), mentre in termini tendenziali, dopo i risultati negativi dei primi due trimestri (rispettivamente -5,8% e -2,6%), nel terzo ha registrato un incremento del 3,2%.

 

Tuttavia, tra gennaio e settembre dell’anno in corso, i livelli di produzione settoriale risultano mediamente inferiori del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una contrazione più accentuata di quella registrata per l’intero comparto industriale (-1,7%).

A condizionare l’attività produttiva metalmeccanica è stato, in particolar modo, il sensibile calo tendenziale della fabbricazione di Autoveicoli e rimorchi (-14,3%) accompagnato dalle contrazioni registrate nelle produzioni di Prodotti in metallo (-2,5%), di Macchine e apparecchi elettrici (-1,6%) e di Macchine e apparecchi meccanici (-1,3%).

Le dinamiche produttive sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico è fortemente eterogeneo sia per l’inclusione di una vasta gamma di attività produttive, molto diversificate tra loro, sia per le differenti dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.

 

Relativamente all’Unione europea, nella media dei 27 paesi membri, la produzione metalmeccanica dell’area appare ancora debole ( -0,7% il calo tendenziale nel periodo gennaio-settembre 2025) e si riscontrano delle difficoltà e disomogeneità produttive nei principali paesi membri. Se in Francia e Spagna si è verificato un recupero dell’attività produttiva (rispettivamente +1,1% e +1,2% nel confronto con gli analoghi mesi dell’anno precedente), in Germania la produzione metalmeccanica, al contrario, è diminuita del 2,8%.

 

Malgrado il difficile contesto internazionale, nei primi nove mesi dell’anno in corso le esportazioni in valore sono aumentate del 2,0% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, (+1,5% verso i paesi UE e +2,5% verso i mercati extracomunitari); le importazioni sono anch’esse aumentate dell’1,5% e l’interscambio ha determinato un saldo positivo della bilancia commerciale di 39,5 miliardi.

 

I risultati della 176° indagine che Federmeccanica conduce presso un campione d’imprese associate, confermano la difficile e complessa fase che sta attraversando il nostro settore come evidenziato dagli ordini in portafoglio, negativi oramai da diversi trimestri.

 

Le prospettive a breve delle imprese, condizionate ancora da un clima di forte incertezza, tendono verso una parziale ripresa produttiva (più contenuta per la componente estera della domanda) ma senza alcun riflesso sull’occupazione settoriale:

• Il 33% (in aumento rispetto al precedente 24%) delle imprese intervistate ha dichiarato una diminuzione delle consistenze in essere del portafoglio ordini a fronte del 28% di quelle che, invece, hanno registrato un aumento;

• Il 45% ritiene che per i prossimi mesi non ci saranno variazione nei volumi di produzione (il 31% prospetta incrementi a fronte del 24% che, invece, prevede contrazioni)

• Rimane significativa e pari al 10%, la percentuale di imprese che valuta “cattiva o pessima” la situazione della liquidità aziendale;

• Il 68% delle imprese non pensa di modificare la propria forza lavoro (il 17% prevede aumenti a fronte del 15% che, invece, pronostica ridimensionamenti);

 

FOCUS

Produttività e investimenti nelle imprese metalmeccaniche

Il complesso scenario internazionale sta rendendo sempre più difficile il contesto nel quale devono operare le nostre imprese metalmeccaniche, con pesanti ricadute sulla capacità di competere delle stesse.

A tal fine, nella presente indagine sono state inserite delle domande su produttività e investimenti che rappresentano elementi importanti e strettamente collegati tra loro per favorire la competitività delle imprese.

Con riferimento al primo argomento, è stato chiesto di indicare i fattori più importanti da potenziare per migliorare la produttività delle imprese nell’immediato e nel medio/lungo periodo.

 

Sulla base delle indicazioni fornite, il primo fattore da potenziare nell’immediato è la Riduzione dei costi di produzione (energetici, materie prime, lavoro, ecc.), che ha raccolto il 24,9% delle preferenze, seguita da Ottimizzazione dei processi produttivi e aziendali (20,6%).

Poi troviamo Formazione continua e sviluppo delle competenze (16,9%) e Innovazione e digitalizzazione (11,1%) Intese come R&S, automazione, ecc...

 

Con percentuali inferiori, e a una cifra, troviamo gli altri fattori che vanno da Sviluppo/rafforzamento dell'internazionalizzazione dell'azienda (sia su mercati già in essere sia cercando nuovi mercati di sbocco e nuovi clienti) (7,6%) a Potenziamento delle infrastrutture nazionali/transnazionali ed efficientamento logistico (4,1%).

 

Se invece si considera il medio/lungo periodo, la distribuzione delle preferenze risulta meno differenziata, come se per migliorare la produttività, nel tempo, occorresse intervenire, contestualmente, su più fronti.

Pertanto, ai primi posti, si posizionano Innovazione e digitalizzazione (R&S, automazione, IoT, IA, cloud, ecc.) e Strutturazione/crescita dimensionale delle imprese che raccolgono, rispettivamente il 14,7% e il 14,3% delle preferenze; a seguire Sviluppo/rafforzamento dell’internazionalizzazione dell’azienda (sia su mercati già in essere sia cercando nuovi mercati di sbocco e nuovi clienti) (13,2%), Formazione continua e sviluppo delle competenze (12,0%) e Ottimizzazione dei processi produttivi e aziendali (11,1%).

 

Per quanto riguarda gli investimenti, è stato chiesto alle imprese quali misure ritenessero più utili per favorire la loro capacità di investimento. Sulla base dei risultati emersi, spiccano in particolar modo l’attuazione di Forme di finanza agevolata (es. crediti d'imposta, contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso agevolato, ecc.) (31,5% delle preferenze), la Semplificazione burocratica (29,0%) e gli Incentivi per favorire gli investimenti in innovazione e digitalizzazione (es. Credito d'imposta per R&S, Nuova Sabatini, Transizione 4.0/5.0, ecc.) (27,1%).

Più distanziate si collocano un Più agevole accesso nell'ottenere credito da banche o altri istituti finanziari e gli Strumenti di finanza alternativa con percentuali, rispettivamente, pari a 9,4% e 3,0%.

 

Infine, affinché le suddette misure possano produrre i loro effetti in maniera ottimale, le imprese si sono espresse circa la loro durata ideale/necessaria: il 60% ritiene che un periodo valido possa essere fino a 3 anni mentre il restante 40% preferirebbe una durata superiore.

 

 

In allegato trasmettiamo la sintesi della 176^ indagine congiunturale trimestrale sull’Industria Metalmeccanica Italiana.





 


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