I temi della settimana
ECONOMIA, ORSINI: SFIDA ITALIA E’ SULLA COMPETITIVITA’. LAVORIAMO A MIX ENERGETICO, PIANO CASA, LOGISTICA E CAPITALE UMANO
“Abbiamo davanti tante sfide sia sulle politiche industriali europee che qui in Italia, dobbiamo guardare a competitività e nucleare”. In occasione dell’assemblea di Confindustria Varese, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha confermato “l'esigenza di una politica industriale Ue” auspicando una svolta anche sul tema dell'energia con un’apertura vera al nucleare di nuova generazione e un prezzo unico continentale. “È un tema di sicurezza nazionale e di competitività e non possiamo pensare che l'Europa non sia sincrona, compatta e unita nella battaglia per avere un costo unico dell'energia. Il mix energetico sarà centrale, ma sappiamo anche che, per quanto riguarda il nostro futuro, dovrà essere cambiato. Senza se e senza ma dobbiamo sostenere il nucleare”. “Stiamo cominciando a lavorare insieme al ministro Salvini – ha aggiunto Orsini in apertura dell'assemblea dell'associazione dei costruttori a Roma – con dei tavoli proprio sui temi della competitività. Per le politiche del nostro Paese abbiamo messo al centro due cose. In primo luogo la logistica e i trasporti, perché su 27 paesi noi oggi siamo il diciannovesimo mentre la Germania è il quarto. Quindi abbiamo bisogno di infrastrutture”. “In secondo luogo - ha aggiunto Orsini - abbiamo bisogno di capitale umano. Non riusciamo ad essere attrattivi e dunque abbiamo bisogno di garantire appartamenti e case a costi sostenibili ai ragazzi che vengono a lavorare nelle nostre industrie e nelle nostre imprese. Per questo abbiamo bisogno di fare un grande Piano casa insieme per dare una risposta seria e concreta a chi lavora da noi”.
ECONOMIA, ORSINI: POSITIVO SE CUNEO RICONFERMATO, MA CAMBIARE STRATEGIA SU INVESTIMENTI. NUOVA COMMISSIONE UE GUARDI A POLITICHE PER L’INDUSTRIA
“Per salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale italiano è necessario che i nuovi organi europei facciano un cambio di marcia in nome della neutralità tecnologica, che si tratti di politiche per l'auto elettrica o di energie pulite, per salvaguardare il know-how di territori come questo e di imprese capofila in Europa per decarbonizzazione e sostenibilità”. Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenuto all’Assemblea di Unindustria Reggio Emilia, “Sostenibilità 2024. Pianura & Industria”, che si è tenuta a Guastalla. Per Orsini va bene la riconferma del cuneo fiscale arrivata dal ministro Giorgetti, ma ha proposto al Governo Meloni di cambiare strategia in tema di investimenti: “il ministro Urso ci ha fatto la promessa che entro fine giugno, al massimo nella prima settimana di luglio, il decreto Transizione 5.0 tornerà dalla ragioneria, ma avremo appena un anno effettivo per mettere a terra le risorse, mentre ci servono misure di lungo termine per spingere la produttività, e quindi ricchezza, in un Paese da oggi sotto procedura di infrazione per eccesso di debito, ce lo chiede l'Europa. La verità è che oggi dobbiamo pretendere dalla nuova Commissione europea delle politiche che vadano a favore dell’industria e che non siano anti-industriali”.
REGINA AL FOGLIO: L’ENERGIA E’ LA RIFORMA PIU’ URGENTE. PRIORITA’ RIDURRE IL DIFFERENZIALE DI PREZZO PER L’INDUSTRIA ITALIANA
“Ridurre il costo dell'energia è la riforma più urgente da fare, ne va della nostra crescita e della creazione di posti di lavoro. Se c'è una priorità per l'industria italiana oggi è questa”. Cosi in un’intervista al Foglio Aurelio Regina, delegato del Presidente di Confindustria per l'energia. "Ci vuole una cabina di regia articolata a Palazzo Chigi perché l'energia è un tema dirimente per il futuro del nostro paese. A Giorgia Meloni questa visione è molto chiara ma ci sono una serie di implicazioni tecnico giuridiche che necessitano di una cabina di regia più strutturata". E, a questo proposito, il delegato ha citato l’esempio del decreto Agricoltura: “non può esserci schizofrenia”. “Invece – ha detto Regina - da una parte c'è il Mase che spinge per l'electricity release (che prevede prezzi ridotti per l'industria energivora a fronte di investimenti sulle rinnovabili), dall'altra il ministero dell'Agricoltura che limita drasticamente l'utilizzo del suolo. La politica energetica – ha proseguito - si definisce su tre pilasti: competitività, sicurezza e decarbonizzazione e non si può intervenire su uno di questi senza valutare gli impatti sugli altri". Oggi il nervo scoperto è la competitività della nostra manifattura. "Il prezzo italiano – ha ribadito Regina – è enormemente superiore a quello degli altri paesi europei. Questo gap di prezzo è diventato insostenibile per i settori energivori come acciaio, plastica, cemento, alluminio e ceramica”. E parlando di Ets ha aggiunto: “negli altri paesi europei utilizzano i proventi delle aste Ets per proteggere i settori dal rischio delocalizzazione e per supportare i progetti di transizione energetica. In Germania la cifra della compensazione dei costi indiretti è di 2,6 miliardi di euro. Da noi, su 3,5 miliardi di proventi annuali, solo 140 milioni all'anno sono per la compensazione: la metà dei proventi è utilizzata per ridurre il debito pubblico e non per la decarbonizzazione delle imprese che pagano l'Ets”. Alla base dello svantaggio di competitività dell'industria italiana c'è anche il mix nazionale di produzione di energia elettrica: “se vogliamo raggiungere i target di decarbonizzazione abbiamo bisogno di produrre e di consumare più energia elettrica riducendo l'apporto del gas", ha detto Regina. "C'è una condivisione di visione e di obiettivi con l'attuale governo e pensiamo che il nucleare sia indispensabile. I piccoli reattori modulari accompagnano perfettamente i tre pilasti di cui parlavamo prima, perché incidono sul sistema dei prezzi e quindi sulla competitività, garantiscono la sicurezza e l'autonomia energetica del paese e danno un colpo importantissimo agli obiettivi di decarbonizzazione". Confindustria sta costituendo una commissione di studio che riunisce tutta la filiera industriale del settore e le istituzioni per valutare gli aspetti legislativi, economici e tecnologici. “L’idea - ha annunciato - è di avere tutte le risposte su costi e implementazione in un paio di mesi. Visto il nostro sistema industriale parliamo di numeri sostenibili: potremmo avere 10 o 15 micro generatori per altrettanti distretti industriali".
LAVORO, MARCHESINI: FACCIAMO GLI ACCORDI INSIEME CON I SINDACATI, Il GOVERNO CI ASCOLTERA’.
“Confindustria e sindacato hanno la responsabilità di trovare soluzioni. Inauguriamo una nuova stagione, dibattiamo ma troviamo una sintesi. Conosciamo le fabbriche, sappiamo quello che occorre. Se ci mettiamo d'accordo fra di noi su questi temi, il governo ci ascolta. Altrimenti andremo avanti con provvedimenti che sono o inutili o addirittura controproducenti”. Maurizio Marchesini, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni industriali, è intervenuto al talk di Repubblica insieme al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Sul tema della sicurezza sul lavoro, da affrontare puntando sulla prevenzione e sulla formazione, Marchesini ha detto: “Non è solo una questione di subappalto, occorre il responsabile della sicurezza anche nelle imprese più piccole che sono la maggioranza nel nostro paese. Anche i datori di lavoro devono fare formazione. E le leggi vanno fatte rispettare, da tutti”, proponendo una white list per le imprese se si vogliono usare aziende in subappalto e di utilizzare enti bilaterali - come ad esempio Fondimpresa - per formare gli esperti di sicurezza. Sul contrasto ai contratti pirata, il Vice Presidente ha sottolineato: “I contratti dei metalmeccanici sono 174, circa il 98% dei lavoratori è nei primi tre, contiamoci”, e sulla rappresentanza, ha rilanciato sulla necessità di fare un accordo tra le parti: “Discutiamo prima tra di noi, e poi andiamo dal governo, compatti. Se andiamo insieme, ripeto, il governo ci ascolta”. Infine, Marchesini non ha condiviso l’approccio del sindacato sul referendum: “Dissento, troppo tranchant su questi temi. Occorre il dialogo”.
Leggi l’intervista di Regina al Foglio
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