Sette giorni - newsletter di Confindustria del 6 ottobre 2023
- Confindustria L'Aquila

 - 6 ott 2023
 - Tempo di lettura: 5 min
 

I  temi della settimana
BONOMI A SKY:  SCENARIO COMPLESSO MA L’INDUSTRIA ITALIANA E’ FORTE. RIVEDERE SPESA PUBBLICA PER  TAGLIARE TASSE SUL LAVORO E SPINGERE GLI INVESTIMENTI.
“Non ero così ottimista  prima, non sono così pessimista adesso”, ha detto il Presidente  Carlo Bonomi commentando, nel corso dell’evento per i 20 anni  di Sky alle Terme di Diocleziano, la revisione al ribasso della  crescita e spiegando che “il rallentamento è dovuto principalmente  a fattori esterni, al calo del commercio mondiale, e sappiamo quanto è  importante per l'Italia l'export. Tra inflazione, tassi e spread  abbiamo una congiunzione piuttosto complessa ma, nonostante  questo, l'Italia crescerà del +0,8%. L'industria italiana è  forte, se facciamo bene i compiti a casa l'Italia può  tranquillamente superare questa fase complicata a livello mondiale”.  Il Presidente ha poi ribadito la convinzione che contrastare  l'inflazione solo con l'aumento dei tassi di interesse sia la strada  sbagliata, anche perché quella europea è una inflazione da  importazione. “Lo dicono i numeri: la propensione ad investire è  calata in maniera drastica. Dal primo trimestre 2021 per cinque  trimestri successivi gli investimenti hanno segnato in media +3,5%,  nei cinque successivi ancora, fino ad arrivare ad oggi, sono scesi a  +0,8%”. Secondo Bonomi bisognerebbe agire con equilibrio come negli Usa,  che “a fronte dell'aumento dei tassi della Fed hanno spinto gli  investimenti con l'Inflation Reduction Act, per mantenere la loro  industria competitiva. Sta mancando una politica industriale  europea” – ha sottolineato. Nel corso dell’intervista il Presidente ha  commentato anche il programma di privatizzazioni annunciato dal Governo per  reperire risorse: “Non è la sola strada – ha detto. Va riqualificata la spesa  pubblica. Si spendono ogni anno più di 1.100 miliardi, il 4-5% si può  riconfigurare se vogliamo avere le risorse per tagliare le tasse sul  lavoro, e stimolare gli investimenti”. 
 
BONOMI: PUNTARE SU  INDUSTRIA 5.0. INVESTIMENTI FUORI DAL NUOVO PATTO DI STABILITA’. DA G7 NUOVO  APPROCCIO INCLUDENDO L’INDIA. 
“Tutti gli industriali  europei parlano la stessa lingua, sono due anni che elaboriamo  documenti chiedendo stimoli agli investimenti e riforme. Serve  un piano Industria 5.0 per affrontare la transizione green e  digitale”. Così il Presidente Carlo Bonomi dal palco  dell’assemblea di Confindustria Verona è tornato sulla  necessità di una politica industriale a livello europeo,  anche per far fronte alle sfide di competitività lanciate Usa e  Cina. Bonomi ha poi nuovamente richiamato l’attenzione sul rischio che il  rialzo dei tassi di interesse, se non accompagnato da un piano  strutturato di stimoli all’industria, possa portare in recessione tutte le  economie dell'area, Italia compresa. Il nostro Paese – ha aggiunto  il Presidente - oggi regge meglio della Germania che “chiuderà il 2023 a  -0,8 e l’Italia a +0,8, quindi noi facciamo 16 punti in più”. E su sul nuovo  Patto di stabilità e crescita, ha detto: “bisognerebbe invertire,  deve diventare Patto di crescita e stabilità, è la crescita che dà  stabilità, la stabilità da sola non aiuta e lo abbiamo visto2.  Inoltre, secondo il Presidente, gli investimenti dovrebbero devono  restare fuori dal Patto, a maggior ragione quelli sul digitale, sul green  e sulla difesa, i settori su cui l’Europa ha deciso di puntare. “Ci si  indebita per la crescita, come facciamo nelle nostre imprese, è  questa la via” - ha sottolineato Bonomi. Infine, commentando le tensioni  geopolitiche, il Presidente ha invitato ad una riflessione: “i paesi  occidentali hanno fatto molti errori nei confronti dei paesi del  Maghreb, del Medio Oriente, dei Brics. L'Italia avrà la presidenza  del G7 il prossimo anno, è una grande occasione affinché i paesi  occidentali rivedano il proprio approccio, magari pensando ad un G8  con l'India dentro”. 
DL  SUD, GRASSI IN AUDIZIONE: ASPETTI POSITIVI MA ATTENZIONE ALLE CRITICITA’. SU  FONDO DI SVILUPPO E ZES CONVOLGERE LE PARTI SOCIALI
“Una valutazione nel complesso  positiva su un provvedimento che ha l'indubbio merito di  riavviare il dibattito sullo sviluppo del Mezzogiorno e definire  un quadro composito di misure per il rilancio dell'economia  meridionale, facendo perno sulle aree Zes (Zone economiche  speciali) e Zls (Zone logistiche semplificate), e rivedendo in  profondità le regole di funzionamento del Fondo di sviluppo e  coesione, puntando ad un maggior coordinamento della strategia e  utilizzo delle risorse. È decisivo spendere bene i fondi, che  oggi non mancano, perché lo sviluppo del Sud è necessario per una  crescita robusta dell'Italia e per una convergenza verso l'Europa.  Ma nel testo ci sono elementi di criticità”. Così Vito  Grassi, vice presidente Confindustria e Presidente del Consiglio  delle Rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione  territoriale, intervenendo in audizione in Commissione Bilancio  della Camera sul Dl Sud. In riferimento al Fondo di sviluppo e  coesione, “bene che il Dl preservi i principi di complementarietà  e addizionali nonché la clausola di destinazione dell'80% delle  risorse al Sud. Sulla governance occorre continuare a garantire  uno stretto collegamento con la programmazione comunitaria, ed è  essenziale che il FSC diventi realmente uno strumento di sostegno  agli investimenti”. Quanto alle Zes, “l'idea di una Zona unica è  positiva, ma va mantenuto l'ancoraggio all'attuale strategia  industriale di sviluppo che le connota ed è imprescindibile  assicurare continuità agli strumenti di incentivazione e  semplificazione esistenti. Apprezziamo che il nuovo modello  confermi il credito d'imposta per l'acquisto di beni  strumentali, ma destano preoccupazione alcuni aspetti: la  previsione di una durata annuale dell'incentivo e di un ammontare  massimo di risorse, terminate le quali l'incentivo non sarebbe più  corrisposto”. Sia nel nuovo modello di governance del Fondo di  sviluppo e coesione, sia in quello del sistema Zes, “è opportuno -  ha sottolineato Grassi - un coinvolgimento più attivo e stabile  degli attori economici e sociali, sia nella Cabina di regia  che nella Struttura di missione. Confindustria non farà mancare il  proprio contributo".  
 
CONGIUNTURA FLASH  SETTEMBRE: PREZZI E TASSI BLOCCANO L’ECONOMIA, RISCHI AL RIBASSO.
Prezzi e tassi alti  bloccano l'economia italiana. L’inflazione è in lento calo,  i tassi ancora in rialzo ma forse a fine corsa, c’è meno credito e  meno liquidità. Molti più interessi da pagare per le famiglie  italiane. L'inflazione è scesa al 5,3% a settembre: i prezzi core  di beni e servizi rallentano. Nei servizi si è esaurita la ripresa e  l’industria è in sofferenza. Giù la domanda interna in Italia e  anche l’export è in riduzione, ma con un miglioramento in agosto.  L’Eurozona è quasi ferma, mentre gli USA sono in crescita e vanno bene  gli emergenti. Nel III e IV trimestre al calo dell’industria si  affianca lo stop del turismo. Il costo del credito a luglio è a 5,09%.  L’8,2% delle imprese non riesce a ottenere un prestito. Questo il  quadro delineato dal Centro Studi nella Congiuntura Flash di settembre.  “Il terzo trimestre dell'anno si dovrebbe chiudere  sostanzialmente piatto e anche l'ultimo ce lo aspettiamo in  linea”, ha detto a Repubblica Alessandro Fontana, Direttore del  CSC. “Molto dipenderà anche dalla Bce, se nei prossimi 2 mesi  l'inflazione scenderà in maniera decisa un ribasso dei tassi  potrebbe arrivare prima del previsto”. Per la legge di Bilancio il  Centro Studi ha indicato come prioritarie la riduzione strutturale  del cuneo fiscale e misure di incentivo per gli investimenti,  che stanno frenando a ritmo preoccupante. Interventi che gli  economisti di Confindustria hanno ipotizzato di finanziare  riconfigurando la spesa pubblica. 
  
Leggi l’audizione sul  Dl Sud 
https://www.confindustria.it/home/notizie/Audizione-su-DL-Sud
Leggi la Congiuntura  Flash di settembre 
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/dettaglio/congiuntura-flash-settembre-2023






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