I temi della settimana
FISCO, BONOMI: DEVE PREMIARE CHI INVESTE E PATRIMONIALIZZA. TAGLIO DEL COSTO DEL LAVORO RESTA LA STRADA MIGLIORE PER INCENTIVARE LE ASSUNZIONI. “Nella delega fiscale si parla di un fisco di impresa premiale: deve essere dedicato a chi investe e patrimonializza. Gli eventuali supporti a chi assume non passano per il fisco di impresa ma per i contributi”.
Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervistato a Rtl 102,5, rilanciando la riduzione del cuneo fiscale. “Assumere è parte del mio lavoro di imprenditore. Denunciamo che mancano 400mila profili, perché incentivare qualcosa che bisogna già fare? Meglio abbassare le tasse sul lavoro, non usare l'Ires, che è fisco di impresa. La proposta di Confindustria prevede un intervento da circa 15 mld per i redditi sotto i 35mila euro, due terzi a favore dei lavoratori e un terzo per le imprese: si tradurrebbe in 1200€ in più all'anno mettendo più soldi in tasca alle persone. Un intervento che dovrebbe essere strutturale e universale”. Il presidente Bonomi dal palco della presentazione del nuovo Affari&Finanza del quotidiano La Repubblica è tornato a ribadire, ancora una volta, la necessità di "tagliare le tasse sul lavoro, agendo sulla leva contributiva". Per Bonomi serve "una delega organica perchè non si può affrontare il tema pezzo per pezzo. Si capirà molto dai decreti attuativi. Il governo ha fatto le sue scelte, speriamo in un fisco di impresa che premi chi investe, patrimonializza e fa crescere il paese. Quindi come leva di politica industriale e non di gettito fiscale.” Entrando più nel merito Bonomi ha sottolineato che ritiene "corretta la "progressività fiscale ma se il governo vuole fare la flat tax allora si deve studiare un sistema che consenta di reggerla.” FISCO: CONFINDUSTRIA INCONTRA IL VICE MINISTRO LEO. LA DELEGA E I PUNTI DI ATTENZIONE PER LE IMPRESE AL CENTRO DEL CONFRONTO Il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Prof. Maurizio Leo ha preso parte al Gruppo tecnico Fisco di Confindustria, presieduto dal vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, Emanuele Orsini. Durante l’incontro, il vice ministro ha illustrato le linee di indirizzo della prossima delega fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo e per Confindustria è stata l’occasione per mettere a fuoco i principali punti di attenzione per le imprese. Centrali la revisione dell’Ires e il superamento dell’Irap. Più in particolare, gli imprenditori guardano con interesse ad un nuovo meccanismo di tassazione societaria che valorizzi la capitalizzazione delle imprese e gli investimenti. Per questo sarà importante la definizione dei decreti attuativi, specie nella selezione degli investimenti rilevanti e nella salvaguardia degli incentivi già esistenti. Le imprese hanno manifestato qualche preoccupazione in relazione alla sovraimposta IRES che dovrebbe essere introdotta per superare l’abrogazione dell’IRAP. Sul fronte delle tax expenditures, le imprese considerano certamente utile un riordino, salvaguardando le finalità meritevoli di tutela sociale (es. casa, salute, previdenza, assistenza, ambiente). Con riferimento all’Iva, Confindustria auspica che l’ambizioso progetto di riforma contenuto nella delega, porti al superamento delle incompatibilità con la disciplina comunitaria, ad una rimodulazione delle aliquote e alle auspicate semplificazioni. Gli industriali hanno infine richiamato l’attenzione sulla necessità che l’intero disegno di legge sia supportato da una maggiore valorizzazione degli istituti collaborativi tra Fisco e contribuenti e da una razionalizzazione dell’impianto sanzionatorio tributario. ENERGIA: FIT FOR 55 MOBILITA OLTRE MILLE MLD DI INVESTIMENTI IN ITALIA. CONFINDUSTRIA PRESENTA LO SCENARIO ALTERNATIVO PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE “Siamo alle porte di una nuova rivoluzione industriale, che oggi possiamo condividere nel merito ma non nel metodo. Porre obiettivi realistici rischia di pregiudicare importanti filiere industriali europee con notevoli ricadute occupazionali. La transizione va implementata in neutralità tecnologica e senza scelte dirigiste come fatto per l'automotive. Regole troppo rigide danneggiano industria UE”. Così il vice presidente per Organizzazione, Sviluppo e Marketing, Alberto Marenghi, all'evento di presentazione dello studio "Scenari e valutazioni di impatto economico degli obiettivi Fit for 55 per l'Italia". Lo scenario alternativo elaborato da Confindustria e Rse mantiene solo l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra, pari a -55% al 2030 rispetto al 1990, lasciando ai singoli Paesi decidere la modalità. Il risultato emerso è la necessità di mobilitare 1120 mld di investimenti nei prossimi 10 anni, con un ritmo di 147 mld l'anno. Maurizio Marchesini, vice presidente per Filiere e Medie Imprese, è intervenuto sul tema dei pericoli insiti in una transizione a tutti i costi: “le auto elettriche costano troppo, l’infrastruttura di ricarica è ancora poco sviluppata. Per la transizione energetica è corretto fissare gli obiettivi, ma si deve lasciare libertà all'ingegno delle nostre filiere su come raggiungere questi obiettivi, altrimenti rischiamo un corto circuito e una desertificazione industriale”. Infine, per Aurelio Regina, presidente Gruppo Tecnico Energia, “c'è una strada italiana nel processo di trasformazione ecologica e Confindustria prova a tracciarla. Noi già da oggi ci giochiamo il futuro dell'industria italiana ed europea. Se sapremo accompagnare questo processo avremo restituito valore e preservato le generazioni future. Solo un'intelligente interpretazione di queste norme può determinare il successo o l'insuccesso di questo processo. La sfida è davanti a noi, e Confindustria non farà passi indietro”. EUROPA: PAN, TORNI AD ATTRARRE INVESTIMENTI. DAL 2019 IN UE SONO SCESI DEL 66%, MENTRE IN USA SONO CRESCIUTI DEL 63% “L’Europa ha potenzialmente tutte le caratteristiche per essere un continente forte e reggere la pressione che arriva da Usa e Cina. Ma per farlo serve mettere l'industria al centro dell'agenda europea, attraverso una strategia di politica industriale organica e a lungo termine. Senza industria l'Europa non esiste. Ed è importante che sia unita per realizzare la sua capacità di difendere i valori di libertà, sviluppo, inclusione”. Così Stefan Pan, delegato di Confindustria per l'Europa, in un’intervista al Sole 24 Ore. Pan ha sottolineato le richieste delle industrie europee alla vigilia del Consiglio Ue. BusinessEurope per l’occasione ha infatti messo a punto un documento che individua tutti i fattori che allontanano gli investimenti dall'Unione europea e propone gli interventi necessari per cambiare rotta. “Secondo i dati recenti di Business Europe – ha detto Pan - da quando gli Stati Uniti hanno dato il via all'Ira, con benefici consistenti per chi investe negli Usa, l'Europa sta perdendo moltissimi investimenti. Dal 2019 ad oggi BusinessEurope ha calcolato che gli investimenti diretti sono diminuiti del 66% in Ue mentre in Usa sono cresciuti del 63%. Bisogna lavorare per rendere l'Europa attrattiva e diventare il luogo migliore dove realizzare gli investimenti”. Pan ha poi rimarcato la necessità di ritrovare nella politica industriale europea la stessa unità avuta in occasione della pandemia: "Andare avanti insieme è necessario, solo l'Europa unita può dare una risposta adeguata alle sfide che abbiamo davanti”. Poi, sugli obiettivi della doppia transizione ambientale e digitale: “Se si vogliono raggiungere, le imprese devono essere messe in condizione di farlo". ITALIA- USA: INCONTRO IN CONFINDUSTRIA. BELTRAME: RAFFORZARE LE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI “In un periodo caratterizzato da profondi mutamenti geopolitici è fondamentale che l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti mantengano alto il livello del dialogo. In questo modo, da un lato abbattiamo le barriere che separano le nostre industrie, evitando di alimentare nuove spirali protezionistiche; dall’altro, contribuiamo all’avvio di una politica industriale comune che abbia al centro un quadro regolamentare chiaro e condiviso, soprattutto nei settori strategici. Così la vice presidente per l’Internazionalizzazione, Barbara Beltrame Giacomello, in occasione dell’evento “Verso una politica industriale transatlantica?” organizzato da Confindustria, in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy. Si tratta dell’avvio di un progetto che ha l’obiettivo di rinsaldare le relazioni transatlantiche e di implementare la collaborazione tra le industrie italiane e statunitensi, favorendo investimenti e standard comuni per la produzione di tecnologie funzionali alla transizione ecologica e digitale e indipendenza su alcune materie prime e componenti strategici all’industria. L’iniziativa è anche l’occasione per svolgere una serie di riflessioni sull’impatto che le tensioni geopolitiche in atto stanno determinando sulle catene del valore, anche rispetto all’adozione dell’Inflation Reduction Act. “Confindustria attribuisce un’importanza davvero strategica alla collaborazione industriale a livello transatlantico. Questa collaborazione può fare la differenza fra la mera sopravvivenza di un’impresa ed il suo pieno e duraturo successo, anche a livello globale. La sfida che abbiamo di fronte, infatti, supera la dimensione bilaterale e l’orizzonte a cui guardare è ben più ampio e complesso” ha aggiunto Beltrame.
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