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Sette giorni - newsletter di Confindustria del 24 marzo 2023


I temi della settimana



FISCO, BONOMI: DEVE PREMIARE CHI INVESTE E PATRIMONIALIZZA. TAGLIO DEL COSTO DEL LAVORO RESTA LA STRADA MIGLIORE PER INCENTIVARE LE ASSUNZIONI. “Nel­la de­le­ga fi­sca­le si par­la di un fi­sco di im­pre­sa pre­mia­le: deve es­se­re de­di­ca­to a chi in­ve­ste e pa­tri­mo­nia­liz­za. Gli even­tua­li sup­por­ti a chi as­su­me non pas­sa­no per il fi­sco di im­pre­sa ma per i con­tri­bu­ti”.


Così il pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi, in­ter­vi­sta­to a Rtl 102,5, ri­lan­cian­do la ri­du­zio­ne del cu­neo fi­sca­le. “As­su­me­re è par­te del mio la­vo­ro di im­pren­di­to­re. De­nun­cia­mo che man­ca­no 400­mi­la pro­fi­li, per­ché in­cen­ti­va­re qual­co­sa che bi­so­gna già fare? Me­glio ab­bas­sa­re le tas­se sul la­vo­ro, non usa­re l'I­res, che è fi­sco di im­pre­sa. La pro­po­sta di Con­fin­du­stria pre­ve­de un in­ter­ven­to da cir­ca 15 mld per i red­di­ti sot­to i 35­mi­la euro, due ter­zi a fa­vo­re dei la­vo­ra­to­ri e un ter­zo per le im­pre­se: si tra­dur­reb­be in 1200€ in più al­l'an­no met­ten­do più sol­di in ta­sca alle per­so­ne. Un in­ter­ven­to che do­vreb­be es­se­re strut­tu­ra­le e uni­ver­sa­le”. Il pre­si­den­te Bo­no­mi dal pal­co del­la pre­sen­ta­zio­ne del nuo­vo Af­fa­ri&Fi­nan­za del quo­ti­dia­no La Re­pub­bli­ca è tornato a ribadire, an­co­ra una vol­ta, la ne­ces­si­tà di "ta­glia­re le tas­se sul la­vo­ro, agen­do sul­la leva con­tri­bu­ti­va". Per Bo­no­mi ser­ve "una de­le­ga or­ga­ni­ca per­chè non si può af­fron­ta­re il tema pez­zo per pez­zo. Si ca­pi­rà molto dai de­cre­ti at­tua­ti­vi. Il go­ver­no ha fat­to le sue scel­te, spe­ria­mo in un fi­sco di im­pre­sa che pre­mi chi in­ve­ste, pa­tri­mo­nia­liz­za e fa cre­sce­re il pae­se. Quin­di come leva di po­li­ti­ca in­du­stria­le e non di get­ti­to fi­sca­le.” En­tran­do più nel me­ri­to Bonomi ha sot­to­li­nea­to che ri­tie­ne "cor­ret­ta la "pro­gres­si­vi­tà fi­sca­le ma se il go­ver­no vuo­le fare la flat tax al­lo­ra si deve stu­dia­re un si­ste­ma che con­sen­ta di reg­ger­la.” FISCO: CONFINDUSTRIA INCONTRA IL VICE MINISTRO LEO. LA DELEGA E I PUNTI DI ATTENZIONE PER LE IMPRESE AL CENTRO DEL CONFRONTO Il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Prof. Maurizio Leo ha preso parte al Gruppo tecnico Fisco di Confindustria, presieduto dal vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, Emanuele Orsini. Durante l’incontro, il vice ministro ha illustrato le linee di indirizzo della prossima delega fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo e per Confindustria è stata l’occasione per mettere a fuoco i principali punti di attenzione per le imprese. Centrali la revisione dell’Ires e il superamento dell’Irap. Più in particolare, gli imprenditori guardano con interesse ad un nuovo meccanismo di tassazione societaria che valorizzi la capitalizzazione delle imprese e gli investimenti. Per questo sarà importante la definizione dei decreti attuativi, specie nella selezione degli investimenti rilevanti e nella salvaguardia degli incentivi già esistenti. Le imprese hanno manifestato qualche preoccupazione in relazione alla sovraimposta IRES che dovrebbe essere introdotta per superare l’abrogazione dell’IRAP. Sul fronte delle tax expenditures, le imprese considerano certamente utile un riordino, salvaguardando le finalità meritevoli di tutela sociale (es. casa, salute, previdenza, assistenza, ambiente). Con riferimento all’Iva, Confindustria auspica che l’ambizioso progetto di riforma contenuto nella delega, porti al superamento delle incompatibilità con la disciplina comunitaria, ad una rimodulazione delle aliquote e alle auspicate semplificazioni. Gli industriali hanno infine richiamato l’attenzione sulla necessità che l’intero disegno di legge sia supportato da una maggiore valorizzazione degli istituti collaborativi tra Fisco e contribuenti e da una razionalizzazione dell’impianto sanzionatorio tributario. ENERGIA: FIT FOR 55 MOBILITA OLTRE MILLE MLD DI INVESTIMENTI IN ITALIA. CONFINDUSTRIA PRESENTA LO SCENARIO ALTERNATIVO PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE “Sia­mo alle por­te di una nuo­va ri­vo­lu­zio­ne in­du­stria­le, che oggi pos­sia­mo con­di­vi­de­re nel me­ri­to ma non nel me­to­do. Por­re obiet­ti­vi rea­li­sti­ci ri­schia di pre­giu­di­ca­re im­por­tan­ti fi­lie­re in­du­stria­li eu­ro­pee con no­te­vo­li ri­ca­du­te oc­cu­pa­zio­na­li. La tran­si­zio­ne va im­ple­men­ta­ta in neu­tra­li­tà tec­no­lo­gi­ca e sen­za scel­te di­ri­gi­ste come fat­to per l'au­to­mo­ti­ve. Re­go­le trop­po ri­gi­de dan­neg­gia­no in­du­stria UE”. Così il vice pre­si­den­te per Or­ga­niz­za­zio­ne, Svi­lup­po e Mar­ke­ting, Al­ber­to Ma­ren­ghi, al­l'e­ven­to di pre­sen­ta­zio­ne del­lo stu­dio "Sce­na­ri e va­lu­ta­zio­ni di im­pat­to eco­no­mi­co de­gli obiet­ti­vi Fit for 55 per l'I­ta­lia". Lo sce­na­rio al­ter­na­ti­vo ela­bo­ra­to da Con­fin­du­stria e Rse man­tie­ne solo l'o­biet­ti­vo di ri­du­zio­ne del­le emis­sio­ni di gas ser­ra, pari a -55% al 2030 ri­spet­to al 1990, la­scian­do ai sin­go­li Pae­si de­ci­de­re la mo­da­li­tà. Il ri­sul­ta­to emer­so è la ne­ces­si­tà di mo­bi­li­ta­re 1120 mld di in­ve­sti­men­ti nei pros­si­mi 10 anni, con un rit­mo di 147 mld ­l'an­no. Mau­ri­zio Mar­che­si­ni, vice pre­si­den­te per Fi­lie­re e Me­die Im­pre­se, è in­ter­ve­nu­to sul tema dei pe­ri­co­li in­si­ti in una tran­si­zio­ne a tut­ti i co­sti: “le auto elet­tri­che co­sta­no trop­po, l’in­fra­strut­tu­ra di ri­ca­ri­ca è an­co­ra poco svi­lup­pa­ta. Per la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca è cor­ret­to fis­sa­re gli obiet­ti­vi, ma si deve la­scia­re li­ber­tà al­l'in­ge­gno del­le no­stre fi­lie­re su come rag­giun­ge­re que­sti obiet­ti­vi, al­tri­men­ti ri­schia­mo un cor­to cir­cui­to e una de­ser­ti­fi­ca­zio­ne in­du­stria­le”. In­fi­ne, per Au­re­lio Re­gi­na, pre­si­den­te Grup­po Tec­ni­co Ener­gia, “c'è una stra­da ita­lia­na nel pro­ces­so di tra­sfor­ma­zio­ne eco­lo­gi­ca e Con­fin­du­stria pro­va a trac­ciar­la. Noi già da oggi ci gio­chia­mo il fu­tu­ro del­l'in­du­stria ita­lia­na ed eu­ro­pea. Se sa­pre­mo ac­com­pa­gna­re que­sto pro­ces­so avre­mo re­sti­tui­to va­lo­re e pre­ser­va­to le ge­ne­ra­zio­ni fu­tu­re. Solo un'in­tel­li­gen­te in­ter­pre­ta­zio­ne di que­ste nor­me può de­ter­mi­na­re il suc­ces­so o l'in­suc­ces­so di que­sto pro­ces­so. La sfi­da è da­van­ti a noi, e Con­fin­du­stria non farà pas­si in­die­tro”. EUROPA: PAN, TORNI AD ATTRARRE INVESTIMENTI. DAL 2019 IN UE SONO SCESI DEL 66%, MENTRE IN USA SONO CRESCIUTI DEL 63% “L’Eu­ro­pa ha po­ten­zial­men­te tut­te le ca­rat­te­ri­sti­che per es­se­re un con­ti­nen­te for­te e reg­ge­re la pres­sio­ne che ar­ri­va da Usa e Cina. Ma per far­lo ser­ve met­te­re l'in­du­stria al cen­tro del­l'a­gen­da eu­ro­pea, at­tra­ver­so una stra­te­gia di po­li­ti­ca in­du­stria­le or­ga­ni­ca e a lun­go ter­mi­ne. Sen­za in­du­stria l'Eu­ro­pa non esi­ste. Ed è im­por­tan­te che sia uni­ta per rea­liz­za­re la sua ca­pa­ci­tà di di­fen­de­re i va­lo­ri di li­ber­tà, svi­lup­po, in­clu­sio­ne”. Così Ste­fan Pan, de­le­ga­to di Con­fin­du­stria per l'Eu­ro­pa, in un’in­ter­vi­sta al Sole 24 Ore. Pan ha sot­to­li­nea­to le ri­chie­ste del­le in­du­strie eu­ro­pee alla vi­gi­lia del Con­si­glio Ue. Bu­si­nes­sEu­ro­pe per l’oc­ca­sio­ne ha in­fat­ti mes­so a pun­to un do­cu­men­to che in­di­vi­dua tut­ti i fat­to­ri che al­lon­ta­na­no gli in­ve­sti­men­ti dal­l'U­nio­ne eu­ro­pea e pro­po­ne gli in­ter­ven­ti ne­ces­sa­ri per cam­bia­re rot­ta. “Se­con­do i dati re­cen­ti di Bu­si­ness Eu­ro­pe – ha det­to Pan - da quan­do gli Sta­ti Uni­ti han­no dato il via al­l'I­ra, con be­ne­fi­ci con­si­sten­ti per chi in­ve­ste ne­gli Usa, l'Eu­ro­pa sta per­den­do mol­tis­si­mi in­ve­sti­men­ti. Dal 2019 ad oggi Bu­si­nessEu­ro­pe ha cal­co­la­to che gli in­ve­sti­men­ti di­ret­ti sono di­mi­nui­ti del 66% in Ue men­tre in Usa sono cre­sciu­ti del 63%. Bi­so­gna la­vo­ra­re per ren­de­re l'Eu­ro­pa at­trat­ti­va e di­ven­ta­re il luo­go mi­glio­re dove rea­liz­za­re gli in­ve­sti­men­ti”. Pan ha poi ri­mar­ca­to la ne­ces­si­tà di ri­tro­va­re nel­la po­li­ti­ca in­du­stria­le eu­ro­pea la stes­sa uni­tà avu­ta in oc­ca­sio­ne del­la pan­de­mia: "An­da­re avan­ti in­sie­me è ne­ces­sa­rio, solo l'Eu­ro­pa uni­ta può dare una ri­spo­sta ade­gua­ta alle sfi­de che ab­bia­mo da­van­ti”. Poi, su­gli obiet­ti­vi del­la dop­pia tran­si­zio­ne am­bien­ta­le e di­gi­ta­le: “Se si vo­glio­no rag­giun­ge­re, le im­pre­se de­vo­no es­se­re mes­se in con­di­zio­ne di far­lo". ITALIA- USA: INCONTRO IN CONFINDUSTRIA. BELTRAME: RAFFORZARE LE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI “In un periodo caratterizzato da profondi mutamenti geopolitici è fondamentale che l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti mantengano alto il livello del dialogo. In questo modo, da un lato abbattiamo le barriere che separano le nostre industrie, evitando di alimentare nuove spirali protezionistiche; dall’altro, contribuiamo all’avvio di una politica industriale comune che abbia al centro un quadro regolamentare chiaro e condiviso, soprattutto nei settori strategici. Così la vice presidente per l’Internazionalizzazione, Barbara Beltrame Giacomello, in occasione dell’evento “Verso una politica industriale transatlantica?” organizzato da Confindustria, in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy. Si tratta dell’avvio di un progetto che ha l’obiettivo di rinsaldare le relazioni transatlantiche e di implementare la collaborazione tra le industrie italiane e statunitensi, favorendo investimenti e standard comuni per la produzione di tecnologie funzionali alla transizione ecologica e digitale e indipendenza su alcune materie prime e componenti strategici all’industria. L’iniziativa è anche l’occasione per svolgere una serie di riflessioni sull’impatto che le tensioni geopolitiche in atto stanno determinando sulle catene del valore, anche rispetto all’adozione dell’Inflation Reduction Act. “Confindustria attribuisce un’importanza davvero strategica alla collaborazione industriale a livello transatlantico. Questa collaborazione può fare la differenza fra la mera sopravvivenza di un’impresa ed il suo pieno e duraturo successo, anche a livello globale. La sfida che abbiamo di fronte, infatti, supera la dimensione bilaterale e l’orizzonte a cui guardare è ben più ampio e complesso” ha aggiunto Beltrame.

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